I successi dei Via Verdi

Qual'è la Vostra canzone preferita dei Via Verdi?

I mitici Via Verdi

I mitici Via Verdi

sabato 2 ottobre 2010

You And Me...Mitica!


Estate 1987...E' tempo di pubblicare il terzo singolo! Dopo i successi dance di "Diamond" e "Sometimes", il gruppo marchigiano decide di puntare su una canzone lenta d'amore.

domenica 5 settembre 2010

Intervista a Marco Grati...


Per prima cosa un grandissimo ringraziamento a Marco per aver gentilmente deciso di rispondere alle mie domande.

Davide: Caro Marco, quanta importanza ha ricoperto la musica nella tua vita?

MG: Sin da piccolo la musica ha portato dentro di me l'anima, il suono, il rumore, il respiro e l'alito, anche se a volte molto cattivo, del mondo. Mi ha "comunicato" le vite, gli stati d'animo, le sensazioni ed i sentimenti di gente lontana, diversa e con storie diverse, mai vista, che mai avrei veduto e vedrò, molta della quale ancora oggi vive nel profondo del mio cuore e nei ricordi del mondo dell'immaginazione. La musica è stata, “è” e sarà sempre la mia vita, un altro mio modo di parlare e quindi un ulteriore modo di "dare", ma non nel senso univoco del "donare", anche se in qualche occasione è avvenuto, e di questo sono molto felice.

Davide: Che genere di musica ascoltavi e le tue passioni da adolescente quali erano?

MG: Le mie passioni erano abbastanza variegate. La chitarra e la musica, la musica e la chitarra, la chitarra, la musica. Per generazione provengo da tutta la cultura rock anni '70, e soprattutto dal "Rock Progressivo" dei Genesis di Peter Gabriel, Pink Floyd, King Krimson, Yes, Gentle Giant, gli italiani Banco del Mutuo Soccorso ed altri. Un genere, soprattutto quello dei Genesis e Yes, che ha costituito una corrente musicale ben definita denominata allora "Romantic". Andava oltre la "psichedelia" dei Pink Floyd per approdare in un mondo se possibile, ancora più intimo di comunicazione, fatto di colori ad un primo approccio delicati e tenui, per poi aprire dentro di te con tutta la forza del rock, della fantasia, delle storie raccontate attorno al fuoco, di saghe lontane, del sogno, dei ricordi di mondi e storie mai vissute ma da quel momento assolutamente tue. Negli anni '80 questo genere musicale è poi sfociato in una nuova corrente musicale e di pensiero che è il "New Romantic", evoluzione della "New Wave", e che si è distinta per gruppi come Duran Duran, Freur, Roxy Music, etc., corrente della quale sia io che Glauco abbiamo fatto parte ed alla quale ancora oggi apparteniamo. Comunque, cultura Middle Europea e mai o molto raramente, scelte politiche a parte, americana.

Davide: Ottimo chitarrista...Marco comè nata la tua passione per questo strumento?

MG: L'amore per questo strumento è nato da bambino e per caso. Provengo da una famiglia e da un quartiere all'epoca molto poveri. Abitavamo in una casa senza riscaldamento e d'inverno mio padre si alzava dal letto e veniva a "massaggiare forte" le coperte mie e del mio fratellino più piccolo a modo di riscaldarci per un pò. Sotto la nostra abitazione c'era una falegnameria della quale, io bambino, tormentavo quotidianamente gli operai perchè mi facessero una spada. Non ne potevano più ma effettivamente mi avevano “adottato” e, pazientemente, sempre accontentato e viziato. Ero diventato la loro mascotte. Contemporaneamente, alla tele vedevo I Rocks, Vnillas Fudge, Afrodite Childs, Equipe 84, dei quali ero profondamente innamorato del suono ed affascinato della forma a freccia delle loro chitarre. Così, tanto oramai era casa mia, con la sfacciataggine dei bambini andavo ad elemosinare un pezzo di scarto di compensato, nel quale disegnavo e poi ritagliavo queste chitarre, corde comprese. Quando erano finite, visto che era tutto disegnato, le imbracciavo e facevo finta di suonarle, così, con la bocca... "Blen, Blen, Blen...". Ad un certo punto questa falegnameria ha cominciato a fabbricare chitarre elettriche ed io, essendo sempre lì, sono impazzito. Le facevano anche piccole da 3/4 per i bambini e sono state le prime "corde" che ho toccato.. Costavano poco ma non ne ho potuta avere mai nemmeno una. Ogni volta che ne facevano una nuova ero il primo ad essere chiamato. Se mi concentro riesco a sentire ancora oggi l'odore dolciastro delle colle e delle vernici. Poi mio padre ha fatto fortuna ed abbiamo cambiato vita, ma io, a differenza sua, non mi sono mai voluto dimenticare…

Davide: A differenza delle tastiere che hanno avuto una costante evoluzione nella progettazione e nella costruzione, la chitarra elettrica è rimasto uno strumento pressoché uguale ai modelli che si sono imposti alla fine degli anni '60. Le chitarre di allora sono le stesse vendute ancora oggi, ciò che invece è cambiato in maniera radicale nel corso degli anni si riferisce alla tecnica d'esecuzione grazie alla popolarità di alcuni grandi chitarristi che hanno rivoluzionato la tecnica esecutiva sulla sei corde. Sei daccordo?

MG: E' vero. Considera che gli anni '80, sono stai anni di apoteosi delle tastiere mentre le chitarre sono state in linea di massima relegate ad un ruolo secondario se non marginale. Fortuna gruppi come i Roxy Music con il grande Phil Mazanera (credo si scriva così), Police, e King Krimson che con l'album "Discipline" dell'80 hanno acceso un grosso "faro" per tutti noi chitarristi, o comunque per me. Oggi assistiamo ad una grande evoluzione dello strumento, evoluzione che però ha riguardato purtroppo e quasi come regola, a parte rari casi di grandissimi artisti, solamente il lato tecnico in un senso secondo me troppo stretto, dove l'unico problema sembra essere la velocità di eseguzione. Ovviamente la cosiddetta "velocità" è un lato assolutamente importante ed è data da anni di sacrifici ed esercizi, ma ritengo il fattore più importante di tutti "l'espressione" sullo strumento, qualsiasi esso sia, e quindi dell'esecuzione che è la capacità dell'artista, di qualsiasi disciplina, di "comunicare"... emozioni in primis. Questa è la differenza che c'è tra Uto Ughi ed un violinista di fila; tra i disegni di Michelangelo e quelli del più bravo e pagato degli ingegneri del mondo. Non a caso mi capita di avere come allievi giovani chitarristi metal i quali arrivano con tecniche da paura ma che vengono da me a perfezionare "tocco e bandig". Quello che spiego loro è che il chitarrista di oggi è come il "pistolero più veloce del West"... "Ce n'è sempre uno più veloce". ...E quello, con tutto rispetto, è il circo! ...Che devono esprimere quello che hanno dentro, nel profondo, ed emozionare. Lasciarsi andare!... E lasciarsi andare fa a cazzotti con l'essere costretti ad essere troppo vigili. Non devi dimostrare; devi dare!!! Se riesci a far uscire quello che hai nell'anima dopo un pò avrai un tuo modo di suonare come hai un tuo modo di pensare, di amare e di sentire. Sarai unico.

Davide: Cosa pensi dei chitarristi del nuovo rock progressivo italiano?

MG: Sono sincero! L'ultimo contatto che ho avuto con il metal in tutte le sue varianti è stato quattro o cinque anni fa quando ho avuto l'onore di essere scelto come direttore artistico, autore e aiuto regista di un programma televisivo che si chiamava "Livin' Live" dove promuovevamo giovani gruppi emergenti italiani ed europei (soprattutto inglesi) ed andato in onda per circa un anno e mezzo su SKY ed èTV. Tramite questo ho avuto anche l'opportunità di organizzare due grandi eventi live che hanno compreso una ventina di questi gruppi e quindi di stare a diretto contatto con loro. Devo dire che il linea di massima il mio giudizio rispecchia quanto detto sopra ma in almeno quattro casi, due italiani e due inglesi, sono rimasto veramente affascinato.

Davide: C'è oggi qualche artista o band che segui con interesse in campo
musicale?

MG: Qualche anno fa ho avuto una forte sbandata per i "Korn".

Davide: Cosa significa aver affrontato il mondo della pop music, la Tv e tutto il resto?

MG: Aver avuto una grandissima possibilità che purtroppo per il comportamento infantile di qualcuno è andata per fortuna solo in parte perduta, ma che comunque ha costato al sottoscritto ed al Sor Glauco ulteriori ma per fortuna piacevoli anni di immensi sacrifici... oltre che qualche dollaro.

Davide: Ci riveli qualche aneddoto intorno a "Diamond"?

MG: Come sai veniamo tutti dalla provincia e questa improvvisa popolarità ci ha molto spaventato e disorientato. Non sapevamo nulla. La prima uscita “de visu” con Diamond è stata al Palasport di Pistoia non so più per quale programma televisivo. Credo di Rai 2. Era zeppo di gente con maglie e striscioni inneggianti a noi ed eravamo terrorizzati. Per me poi, allora timidissimo, l'impatto con il play back mi aveva mandato in paranoia. Un conto è suonare... Ti muovi! Un'altro è "muoversi" facendo finta di suonare. Non sapevo come fare. Allora, mentre stavo lì e non vedevo l'ora che finisse, mi è venuto in mente il mio idolo David Gilmour dei Pink Floyd, e così ho cominciato ad imitarlo. C'erano tanti giornalisti e mentre stavamo uscendo uno di questi (credo del giornale "Musica è") mi ha urlato: "Bravooo!!!... Parevi Gilmooour!!!..."

Davide: I Via Verdi erano molto popolari negli anni 80...Ci racconti com'èra il mondo discografico di quel periodo, e di come siete stati trattati?

MG: Era un manicomio! Ma devo dire che tutto sommato, data la popolarità raggiunta, il gioco è valso assolutamente la candela. Tant’è che tutti quelli che parlano male di noi o di quel periodo, sono poi i primi a rispondere ai blog e a presentarsi come protagonisti assoluti e primari o in qualche modo a fare proprio lo spazio ed il nome Via Verdi. La fiera delle piagnone. Ma è una tecnica antica come l'uomo. Ci sono anche io ma parlo male di te così sono meglio di te. Non ho mai sopportato chi fugge. E' un comportamento da vigliacchi e quella è e rimane una teoria da sfigati. Se hai un problema non scappare ma affrontalo e risolvilo!

Davide: Perchè nel 1988 tutto si è bloccato? Dopo tanti successi come "Diamond", "Sometimes", "You and me", "Trailer", cosa effettivamente è successo?

MG: A noi è andata molto bene, ma il nostro successo ha coinciso con un grande cambiamento epocale. L'avvento del personal computer, l’avvento di internet ai primordi, e quindi l'inizio della fine delle case discografiche. I fatti si riferiscono all'89. A parte screzi personali, tecnicamente parlando, e qui do atto al grande lavoro di Glauco ed in secundis anche a quello di Armando, in Italia eravamo anni luce avanti a tutti gli altri. Una specie di Pink Floyd ma molto più poveri. Mi ricordo benissimo quando la giapponese AKAY, tramite l'importatore, ci faceva testare le ultime macchine appena uscite sul mercato. Anche io, primo in Italia, ho avuto l'occasione di testare e di fare una dimostrazione dello "Shadow", il primo microfono per chitarra "Midi". Con esso, tramite la chitarra, era possibile suonare e pilotare le tastiere collegate ad esso via Midi. Questa tecnologia aveva ovviamente un costo anche di studio, in quanto anche questi dovevano per forza essere all'altezza e i migliori. Pena: vanificare tanto lavoro! Tutto bene fino al contratto con la Ricordi con la quale è uscito "Love is a dream". Tutto bene fino a quando sono accaduti due fatti:
1- La crisi della casa discografica
2- Il conseguente cambiamento dei quadri dirigenti della stessa.
Le vendite dei dischi stavano già paurosamente calando e quell'anno gli 8 artisti che la Ricordi presentò a San Remo andarono malissimo. Questo provocò l'immediato cambiamento di tutto il quadro dirigente dell'azienda e tra i rimossi ci fu anche il nostro direttore artistico oltre che una drastica riduzione dei budget già accordati. Siccome noi come società anticipavamo buona parte delle spese, spese che sarebbero poi rientrate tramite budget, ci siamo trovati nell'incertezza più totale. Questo, unito al dato di fatto che Love is a dream, nonostante le 10.000 copie vendute in 5 giorni e nonostante le migliaia di richieste, è stato immediatamente ed inspiegabilmente tolto dal mercato (ma io oggi lo so il perchè! Poi magari te lo spiego), ci ha molto spaventato. Unisci a questo che come noi sono rimasti fregati anche i "Tazenda"; che in contemporanea è uscito Jovanotti con un disco fatto in casa e a costo zero rendendo così la nostra grande tecnologia obsoleta e troppo costosa; che quando siamo tornati a casa alla fine dell'89 abbiamo trovato il nostro studio distrutto e ripulito di tutto da ladri figli di puttana, è stato così che dopo l'ultimo concerto fatto a Roma il 19 di settembre 89 davanti a 7.000 persone (Prince interruppe il tour perchè le sue 5.000 erano poche), abbiamo dovuto, oramai schifiti da tante angherie subite, tanti comportamenti di quelli che consideravamo oltre che colleghi "amici" ma che poi si sono rivelati quello che in realtà erano e probabilmente sono, stanchi di tutto e di tutti, senza più energie per poter ancora una volta ricominciare tutto da capo, abbiamo chiuso i battenti.

Davide: Che rapporto avevi con Claudio Cecchetto? E davvero la politica influenza scelte artistiche e musicali?

MG: Claudio è Giano bifronte. Un simpatico ragazzo, un grande talent scout, un grande imprenditore, ma appena uscito dal Manicomio Comunale. Per quanto riguarda la politica: si! Qualche volta succede. Vedi i grandi Nomadi che sono stati e sono i protagonisti a senso unico di tutte le feste dell'Unità ed eredi. Ma forse in passato succedeva di più.

Davide: Hai un fatto curioso da raccontarci, relativamente al vostro periodo d’oro (anni ’80)? Cosa ricordi di quegli anni? Un episodio in particolare?

MG: Gli avvenimenti sono tanti ma credo di aver già risposto.

Davide: Traccia un giudizio circa il panorama musicale nazio ed internazionale, ad oggi…

MG: Sembra un affannosa e strenua ricerca a senso unico di grandi talenti del canto. Il problema è che quando li trovano non hanno nulla da cantare perchè non cercano più i talenti delle idee ed i creativi. Girano sempre quelli, e non propongono più nulla. Come se il pubblico fosse formato da una masnada di imbecilli che non devono rompere i coglioni e basta. Cantano - cantano ma non ti ricordi una canzone. Difatti, spesso e volentieri li senti cimentarsi in brani del passato.La trasmissione Jerry Scotti ed omologhe, i vari San Remo ed omologhi credo confermino abbastanza questa mia riflessione.

Davide: I Via Verdi esistono ancora! Parlaci del vostro ultimo lavoro, eventualmente in programmazione…

MG: Il fatto che un componente decida che è meglio andare in vacanza o che un altro decida di fare il giro del mondo in 80 giorni, se non viene meno l'anima creatrice di cui sopra, nel nostro caso il binomio purtroppo per alcuni "artistico" della band, non fa morire un modo ed un mondo. Se cambi moglie non è che sei più bello o più brutto, e soprattutto non è che non sei più Davide Curci con tutti gli annessi e connessi.
Quindi: "Per dindirindina!!! Cerrrrrrto che i Via Verdi ci sono! Eccome!!!
Scherzi a parte (non scherzo affatto!) è ovvio che cambiamo anche noi con il cambiamento del mondo e delle cose e soprattutto... del mercato. Non crediamo più nel mercato discografico perchè internet fa quello che deve fare e fa bene a farlo. Per noi "il nuovo disco" è un gadget lievemente superiore al "cappellino" o alla "spilletta"; un modo per arrivare alla gente e portare loro la tua arte. E a pagamento o meno, in qualsiasi modo sia, è ok così. Quello che per noi conta più di tutto oggi, senza rinnegare o denigrare il passato come fa qualcuno che poi in questo modo rinnega e denigra anche se stesso e la sua vita passata, è il contatto diretto con la gente che nel nostro caso, ringraziando il Signore, è tanta, e quindi i nostri "Live". Tutto è concentrato e finalizzato a quanto possiamo dare al nostro pubblico che in ogni parte d'Italia ci accoglie sempre con entusiasmo e tantissimo amore. Questo ha condizionato la scelta di registrare questo album dal vivo ed è così che lo troverete su internet. Per quelli che vorranno il supporto tradizionale basta che ce lo facciano sapere o che ce lo chiedano durante i concerti. Quello che probabilmente invece faremo in senso "discografico" è una pubblicazione in vinile per grandi amatori tramite una casa discografica olandese.

Davide: La popolarità è un vantaggio oppure uno svantaggio?

MG: Tutti e due. Nei momenti nei quali non c’è più vita privata e rema contro la tua famiglia è uno svantaggio.

Davide: Ad oggi, intravedi dei nuovi Via Verdi in circolazione?

MG: Ho già risposto.

Davide: In che rapporti sei con i vecchi Via Verdi?

MG: Bene con tutti meno uno. Li per li ci sono stato male perché non me l’aspettavo e l’ho sempre considerato, come mi ha fatto sempre credere, che fosse un grandissimo amico. Oggi posso tranquillamente dire con un vago e sempre più latente rammarico che non me ne frega più un sonoro… niente. Gli ho dedicato anche troppo tempo. Quindi: tanti auguri, tanta fortuna, e avanti tutta!!!

Davide: Caro Marco, ultima domanda... A mente fredda e dopo tanti anni, cosa rifaresti e cosa non rifaresti di questo percorso di vita che tanto ti ha dato, ma altrettanto ti ha tolto?

MG: In linea di massima rifarei tutto quello che ho fatto, ma riporrei la mia più grande attenzione alla famiglia e a chi effettivamente “merita” senza fare sconti a nessuno, che è poi quello che sto facendo oramai da molto tempo. La teoria di “Mamma Chioccia” a me non porta bene e con alcuni/e l’affetto, l’esempio personale, tutto l’amore del mondo è solo guai e tempo perso.

Grazie Marco!

sabato 17 luglio 2010

E dopo "Diamond"...


Dopo tanto clamore per "Diamond", i Via Verdi devono confermare il loro stato di grazia...Quindi si lavora per il nuovo singolo, che sarà ancora sigla di Deejay Television! Per l'occasione, Claudio Cecchetto prende una decisione drastica, cioè smembrare il gruppo! Cecchetto pensa che Marco Grati sia troppo vecchio per la formazione, che secondo Claudio, dovrebbe rivolgersi ad un pubblico di teenagers; praticamente esce "Sometimes" alla fine del 1986 con in formazione Claudio Fraticelli (già amico di vecchia data di Remo Zito e Glauco Medori) al posto di Marco. Però Claudio Fraticelli si ritroverà nel disco "Sometimes" già le chitarre incise da Marco Grati, quindi Fraticelli servirà solo come "uomo copertina" e apparirà in varie trasmissioni televisive.Il video di "Sometimes" è stato anch'esso girato a Londra, ed è diventato rarissimo rivederlo oggi!
Di "Sometimes" esistono le seguenti versioni:
Sometimes ( 7" Version)
Sometimes ( 7" Instrumental Version)
Sometimes (12" Extended Mix Version)
Sometimes (12" Rough Mix Version by J.Burnett)*
Incise con etichetta WEA Records, eccetto i mix con etichetta Ibiza Records.
La copertina è una realizzazione di Fabio Nosotti.
"Sometimes" otterrà come miglior piazzamento, il 16° posto in classifica Top20 (esattamente il 31 Gennaio 1987).

Curiosità: il "Rough Mix" di "Sometimes", purtroppo non è in commercio, dato che è stato rubato il master (con un "Revox" a bobine, da come mi racconta Armando Grati) dai "soliti ladri ignoti"...Il mix era stato registrato nello studio dei fratelli La Bionda con gli inserti di brass dei "Tower Of Power" (amici di J. Burnett, e registrati a Parigi).

Via Verdi - Sometimes
(P.Giuliante-M.Grati)

When a woman will buy your harlot
It’s time to go
When the change are burning money
It’s time to go
Sometimes
Yes I hobo frowning hobo
This will be my life
And you can never lie
Sometimes
Yes I hobo frowning hobo
This will be my life
And you can never lie
One day may be tomorrow
You’ll change your name
And the answer will be I don’t know
I sow my life
Remains the change
Sometimes
Yes I’m hobo frowning hobo
This will be my life
And you can never lie…
To me
You say you never spoken
To the mistery trump
In your life
Cry if your heart is broken
And the mistery trump
In your mind
You will never forget
Sometimes
You got...just another just another day
On a different different way
Sometimes
You got...just another just another day
If a different different way...

martedì 18 maggio 2010

Diamond...Un successo planetario!!!


Composta la formazione, non resta che lanciare il singolo "Diamond" nel mercato discografico. La promozione viene principalmente da Deejay Television su Italia 1 (una ottima vetrina!), poi partecipa ad Azzurro '86 (conquistando il “Telegatto”, importantissimo riconoscimento della discografia italiana paragonabile ad un Oscar del cinema) ed molte trasmissioni televisive; inoltre vengono invitati da svariate discoteche, perchè il pezzo è davvero innovativo!
Rimane in classifica dei dischi più venduti dalla fine di dicembre 1985 al giugno 1986, arrivando anche primo!!!
Mi piacerebbe tanto sentire la prima versione, quella degli Hyra...
Di "Diamond" esistono tante versioni, le quali:
Diamond ( 7" Version)
Diamond ( 7" Dance Version)
Diamond ( 7" Remix)
Diamond (12" Remix Long Version by MA-MA)
Diamond (12" Extended Version by MA-MA)
Diamond (12" American Version by J. Burnett)
Diamond ( 7" and 12" Version by P4F)
Incise con etichetta WEA Records, eccetto i mix con etichetta Ibiza Records.
La copertina è una realizzazione di Maurizio Marani.
MA-MA sono due deejay, cioè: Marco Sabiu, Massimo Carpani.

Curiosità: la voce femminile nella canzone è di Antonella Pepe (corista "standard" della scuderia Cecchetto); i cori erano diretti da Angela Parisi.
Il relativo video fu realizzato a Londra, e la ragazza che appare era una bellissima modella inglese; da segnalare lo sfortunato arrivo dei Via Verdi a Londra, dato che gli hanno rubato tutti i bagagli (hanno dovuto ricomprare i vestiti!!!).


Via Verdi - Diamond
(P.Giuliante-M.Grati-M.Flores)

He's an old man grey
Livin' in a magic (in a magic)
Fed with milk of stars
Shinin' of desire
He's an old man grey
Livin' in a magic (in a magic)
Sleepin' in blue cars
Victim of the red wine
You saw the shadow of the earth
Behind one face of the moon
And wiz fly around the sphere
This is the midsummer night
Why don't you shine
Pale as a cloud of diamond
You are the kid of the night
You can change the golden heaven
And you can freeze the flying words of fire
Oh diamond oh diamond oh diamond
He's an old man grey
Livin' in a magic (in a magic)
Fed with milk of stars
Shinin' of desire
He's an old man grey
Livin' in a magic (in a magic)
Sleepin' in blue cars
Victim of the red wine
You walk over a trouble path
Nooo I want to stop this dance
And she kiss the killed twin
Born in a crazy dark desire
Why don't you shine
Pale as a cloud of diamond
You are the river of light
You can change the human heaven
And you can dream the dying words of fire
Oh diamond oh diamond oh diamond (repeat)

lunedì 17 maggio 2010

Patrizio Giuliante...Che dire?


Di Patrizio Giuliante ho poche informazioni, ha recentemente scritto un libro di poesie intitolato "Tentativi". Nei Via Verdi era autore con Marco Grati dei testi, da "Diamond" fino a "Love is a dream"...Ha rilasciato varie interviste all'epoca del grande boom!

Armando Grati...Invisibile ma essenziale!


Armando Grati, già bassista e voce negli Hyra, si pù definire l'elemento "nascosto" del gruppo; praticamente nei video, nelle interviste non appariva mai, ma si dava molto da fare come tecnico del suono nei dischi. Ha seguito i Via Verdi nei vari Festivalbar e Azzurro rimanendo in trincea ma divertendosi tanto!
Armando gradisce tutta la buona musica, per esempio: Queen, Pink Floyd, Prince, World music, Bruce Springsteen, Miles Davis, Weather Report, David Bowie, The Beatles, Frank Zappa, Debussy, Mozart, Peter Gabriel, Sting, Sheela Sheena Langeberg, Berliner Philharmoniker, BloodFlowers - The Cure tribute band, Mr.Cream, David Byrne, Lady Gaga, Green Day, Curt Smith, The Police, Depeche Mode, Ryuichi Sakamoto, Shakira, Andrea Bocelli, Elisa, Foo Fighters, Coldplay, Susan Boyle, The Black Mambas, Michael Jackson, U2, Talking Heads...
Nei Via Verdi ha suonato il basso elettrico, programmava i sintetizzatori con Glauco, faceva i cori live, ed era sound engineer.

Remo Zito...il nostro Phil Collins!

Remo Zito, voce dei Via Verdi fino al 1987...Entrato nel gruppo nel 1985, si distingue subito per la particolare somiglianza vocale a Phil Collins. D'altronde Remo ama molto i Genesis, Peter Gabriel e appunto Phil Collins. Oggi fa il tassista ad Ancona, mentre negli anni del successo gestiva una tabaccheria vicino la stazione; suona e canta ancora, in maniera amatoriale, con il gruppo dei "First"...Vi propongo una recente intervista al nostro Remo che ricorda l'epopea vissuta:
http://www.heyzoom.net/2010/03/08/remo-zito-racconta-remo-zito/

Massimo Marchione...oggi Elyan Fernova!


Massimo "Max" Marchione...Il miglior batterista del mondo!!!
Massimo è entrato nel gruppo nel 1985, con già delle esperienze discografiche alle spalle (sempre nel 1985 prima dei Via Verdi, con l'amico "Aax Donnell", Max usava lo pseudonimo "Eric Malone" ed incisero il singolo "Golden Cage", che aveva uno stile italo-disco/funk/soul)...Massimo è di Senigallia ed oggi vive in Australia; i suoi gusti musicali erano all'epoca i Toto, Debarge, Aretha Franklyn, Narada Michael Walden, Clarence Clemmons, Michael McDonald, Yellow Jackets, Uzeb, Spyro Gyra, Chick Corea, John Scofield, Larry Carlton, Lee Ritenour, Weather Report, Steps Ahead, David Sanborn (madonna quanta gente!!!). Massimo, oltre che con i Via Verdi, ha lavorato con artisti tipo Sandy Marton, Spagna, Audio 2, Roberto Vecchioni.

Le tastiere di Glauco...


Glauco Medori...L'elemento del gruppo più schivo e meno appariscente, ma sicuramente un genio delle tastiere! Marco Grati ha un ottimo rapporto con Glauco (sono come fratelli) ed hanno una intesa musicale perfetta...I gusti musicali di Glauco li conosco poco ma, come racconta Marco, la cosa che li ha sempre accomunati è un profondo studio della musica popolare Bretone (Alan Stivel), popolare irlandese, scozzese, gallese, a Vangelis (Even and Hell), Isao Tomita, la musica gregoriana e grandi compositori come Corelli e Sergej Sergeevič Prokof'ev..Personalmente sono in contatto tramite Facebook con Simone Medori, il figlio di Glauco...Se volesse intervenire sarei più che contento!

domenica 16 maggio 2010

Marco Grati, il chitarrista leader!


Cerchiamo di conoscere approfonditamente il gruppo. Il gruppo Via Verdi, nel 1985 era composto da Marco Grati, Glauco Medori, Massimo Marchione, Remo Zito, Armando Grati e Patrizio Giuliante.
Marco Grati è insieme a Glauco Medori, il fondatore del progetto Via Verdi; ottimo chitarrista con uno stile molto personale è cresciuto ascoltando Pink Floyd, King Krimson, Yes, Deep Purple, i primi Banco del Mutuo Soccorso(quelli "progressive")...i suoi maestri e ispiratori sono i chitarristi Steve Haket, David Gilmour, Robert Fripp, Steve Howe e le meravigliose chitarre ritmiche di Marcello Todaro, il meno tecnico ma sicuramente geniale primo chitarrista del Banco...

Mario Flores...


Ha portato bene ai nostri...le ultime parole famose! Si perchè dopo un successo durato l'arco di 3 anni, tutto è finito nel silenzio assoluto senza un motivo. Io cercherò di raccontarlo nella maniera più semplice, supportato dai grandi artisti quali sono Massimo Marchione, Armando Grati, Marco Grati, e Remo Zito. Ricordo che i Via Verdi esistono ancora, ma di questo ne riparleremo più avanti....
Anno 1985: Falconara freme, le Marche intere fremono d'impazienza perchè il nostro gruppo (marchigiano D.O.C.) ha tanta voglia di far conoscere la propria musica all'Italia intera, se non al mondo intero.
Il progetto Hyra tra le tante canzoni, produce un primissima versione di "Diamond", il problema è trovare il canale giusto che possa promuoverla in maniera adeguata...Gli Hyra ci credono e grazie alla conoscenza di Marco Grati per Mario Flores (noto produttore musicale ed ingegnere del suono "italo-dance" negli anni 80), uno piccolo scorcio per arrivare al successo, si apre; a sua volta Mario Flores, conosce Claudio Cecchetto (il famoso conduttore televisivo, produttore discografico e talent-scout italiano)e gli fa ascoltare la demo di "Diamond". Nonostante la celebre frase: "Nooo… Che cazzo è! Per me non venderà mai!"la canzone venderà 3.500.000 copie in tutto il mondo! Claudio Cecchetto però la trova adatta come sigla di "Deejay Television" e praticamente "compra tutto" canzone e gruppo compreso.
La prima rivoluzione di Cecchetto, è quella di ribattezzare il nome in "Via Verdi" che praticamente vuol dire "attraverso Giuseppe Verdi"...la musica che cerca nuove sonorità rispettando la tradizione musicale italiana. Nome originale che tutti possono ben memorizzare...

sabato 15 maggio 2010

Gli Hyra...


Via Verdi...perchè questo nome? L'idea è stata di Claudio Cecchetto, famoso scopritore di talenti (vedi Fiorello, Jovanotti, Sandy Marton, Tracy Spencer, ecc...)...Ma prima di chiamarsi così, vi era già esistente un progetto musicale con un nome preciso...gli Hyra. Facevano parte degli Hyra: Marco Grati alla chitarra, Glauco Medori alle tastiere, Armando Grati (nessuna parentela con Marco) come voce solista e bassista, Maurizio Varano alla batteria, Patrizio Giuliante ai cori (autore con Marco Grati dei testi). "Political program" rimane l'unico singolo inciso dagli Hyra. Per dovere di cronaca fu prodotto e mixato da Claudio Ridolfi e gli stessi Hyra per la Picchio Records nel 1984 (registrato ai Vallemania Recording Studios da Ezio Stazio, e mixato da Mario Flores al Rimini Studio Record). La bellissima cover è di Umberto Grati (fratello di Armando)...La domanda che mi pongo è perchè cambiare il nome "Hyra" in "Via Verdi"? Non si poteva lasciare codesto bel nome??? La verità è che "Via Verdi" ha portato bene ai nostri!!!

venerdì 14 maggio 2010

Si inizia...


Qualche tempo fa ripensavo a un sogno che avevo fatto da ragazzo.
E' tardo pomeriggio e sto passeggiando su un palcoscenico vuoto. Cammina cammina, e mi ritrovo a canticchiare "Diamond"...A quel punto si popola il palcoscenico, la gente mi applaude...E' un successo!!! Sono famoso!!!
Per la cronaca, il brano era di un gruppo famoso negli anni '80, cioè i Via Verdi.
Ripensandoci, ho capito un paio di cose: primo, già allora la mia stabilità mentale non era delle migliori; secondo, non tutti i sogni vanno interpretati o spiegati, come spesso si cerca di fare, perdendone così in parte il lato poetico e la possibilità di fuga dal reale.
In questo senso, il sogno è materia compatibile con la musica: non c'è possibilità d'interpretazione univoca, nessuna immagine precisa,ma solo colori e tinte sfumate. Se ciò vale per tutta la musica, una volta di più vale per quella dei Via Verdi.
La loro musica, può essere una scatola vuota, che ognuno può riempire come meglio crede. Scrivendo questo blog io non voglio spiegare niente, solo raccontare un percorso, umano e artistico.

Davide
Milano, maggio 2010